mea culpa, mea culpa, mea culpa (all’infinito)

Forse un caso o forse è la forza dell’inconscio, ma questo nuovo blog e il suo primo post vedono la luce proprio nel momento in cui la mia città, la nostra città vive uno dei periodi peggiori della sua storia. Napoli è sovraesposta sulle prime pagine dei giornali di tutta Italia e del mondo per quella che potrebbe definirsi “cronaca di una morte annunciata”. Tuttavia quello che oggi ci raccontano  sui giornali (cartacei e on line) e quello che ci fanno vedere alla televisione è semplicemente la cronaca e l’annuncio della morte o, volendo essere ancora un poco speranzosi, dell’agonia profonda in cui si trova questa città. Sfogliando i giornali mi sembra leggere un referto stilato da un medico legale in cui si dichiara la morte di un paziente senza alcuna indicazione delle vere cause che hanno portato alla morte. Ormai tutti ci ripetono le stesse cose, serve il ciclo integrato dei rifiuti, servono i termovalorizzatori, gli impianti di compostaggio, la raccolta differenziata. Non fanno altro che mostrarci i casi di eccellenza italiani (ormai tutti sanno che a Brescia c’è il teleriscaldamento che utilizza CDR – ovvero combustibile da rifiuti – o che a Granarolo le mucche pascolano vicino al termovalorizzatore), ma nessuno ci ha veramente spiegato perché a Brescia e Granarolo tutto questo avviene e a Napoli no.  Tutti i nostri politici non fanno altro che rimettere agli altri le responsabilità, come in una eterna partita a tennis in cui non si segna mai un punto, perché ogni volta che si colpisce la palla si trova dall’altro lato un avversario scaltro pronto a rispondere e a rimandarla dall’altro lato del campo, con tecniche più o meno lecite. Io penso che il problema non stia ne a destra ne a sinistra (i due lati del campo), ne prima ne dopo. Il vero problema siamo noi napoletani, gli abitanti di questa magnifica terra che, con un’abitudine atavica, hanno continuato (per ben 40 anni!!!) e continuano a girarsi dall’altro lato, a non rendersi conto che nelle nostre campagne si scaricava di tutto e di più, che i rifiuti del nostro consumo quotidiano finivano da qualche parte senza chiedersi mai dove e come. Ebbene il vero imputato di questo stato delle cose è il popolo napoletano e campano, che per anni ha continuato a mortificare il proprio senso civico e critico facendosi governare da gente senza visione, senza progettualità e incastonata in una visione personalistica della cosa pubblica. Forse sarò retorico con quello che dico, ma fino ad ora, ne in televisione ne sui giornali, nessuno ha detto che le vere responsabilità sono nostre che non effettuiamo la raccolta differenziata, che non vogliamo il termovalizzatore vicino casa, che ci facciamo ingannare dalle politiche finto-ecologiste (vorrei chiedere ai cari amici ambientalisti dove mettono la loro immondizia, se hanno una macchina o motorino elettrico?), che non ci facciamo valere i nostri diritti di essere umani, di cittadini e di contribuenti. A me non importa delle dimissioni di uno o più politici, l’unica cosa è che non voglio arrendermi a illudermi di vivere in una società, ed in una città, che si dichiara civile, ma che nelle immagini televisive potrebbe essere confusa con una delle tante metropoli di quel terzo mondo che noi puntiamo a far avvicinare alla “nostra” società civile. NoiNonCiArrendiamo

P.S. mi fa piacere che anche uno scrittore e napoletano illustre come Raffaele La Capria abbia pensato di scrivere cose simili alle mie. (vai all’articolo)

Molto bello è anche il reportage di Ezio Mauro sulla Repubblica. http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/rifiuti-2/reportage-mauro/reportage-mauro.html